Ciao Roberto, presentati ai lettori di Immersività.
- Roberto Becattini: Ciao, mi chiamo Roberto Becattini, ho 52 anni, vivo e lavoro a Firenze. Ho vissuto, studiato e lavorato per brevi periodi all’estero (Francia, Argentina, Polonia, Repubblica Ceca). Insegno italiano agli stranieri, un lavoro bellissimo e per questo forse molto sottopagato e sottovalutato.
Da quanto tempo scrivi e come hai iniziato?
- Roberto Becattini: Scrivo con assiduità dal 2016, da quando mi sono unito a un circolo autogestito di scrittura creativa, Essecieffe Firenze. Ci ritroviamo ogni mercoledì sera, on line oppure in presenza. È stata per me una bella palestra, che frequento tuttora, anche se sporadicamente.
Che tipo di scrittore sei? Segui delle regole particolari quando scrivi?
- Roberto Becattini: Non saprei definirmi come scrittore, non sono costante e metodico, però mi appunto su un taccuino le idee che mi vengono. Di solito ciò avviene quando sono da solo, o la mattina nel dormiveglia oppure quando cammino nella natura. Ho bisogno però anche di uno stimolo, una miccia esterni. Può essere una notizia, una frase, un’aforisma, una leggenda antica che non conoscevo. Da lì inizio a buttare giù lo scheletro della storia, che poi nutro giorno dopo giorno, fino alla stesura che ritengo leggibile.
I tuoi generi letterari preferiti?
- Roberto Becattini: Indubbiamente la fantascienza e l’urban fantasy, ma sempre o quasi con una spruzzata di humor. Mi piace molto infatti Douglas Adams, ma non solo. Anche Jodorowsky nei suoi romanzi autobiografici più picareschi e avventurosi mi ha colpito molto per la sua incredibile fantasia legata agli archetipi. Leggo anche saggi di psicologia, storici. Mi interessano l’esoterismo, i misteri, il soprannaturale.
Cosa ami della narrativa?
- Roberto Becattini: Scrivo quello che mi piacerebbe leggere, e leggo quello che mi piacerebbe scrivere. Per me è importante la capacità dell’autore di coinvolgere, di non dare respiro, vedo sempre la lettura come una meravigliosa cavalcata. Alla fine magari hai le ossa rotte, ma ti sei divertito un sacco!
Parlaci di un tuo romanzo.
- Roberto Becattini: Non ho pubblicato un romanzo, ma una raccolta di racconti, tramite Youcanprint, si intitola Il dado è tratto da una storia vera, con lo pseudonimo di Mauro Reperto. Sono storie che spaziano dalla sci-fi alla Douglas Adams all’urban fantasy umoristico, al realismo magico, all’umoristico tout court. È stato molto ispirato dalla lettura dei Vangeli gnostici, che ha operato un vero e proprio reset delle mie convinzioni sul senso della Vita.

Cosa ne pensi dello stato della letteratura e dell’editoria in Italia?
- Roberto Becattini: Credo che ormai ci siano più scrittori che lettori, ogni giorno pare che vengano pubblicati 236 libri di media, solo in Italia. Come e più che in altri settori della creatività, ormai bisogna essere famosi per scrivere, mentre prima si scriveva e poi si diventava famosi. Non ho certo grandi ambizioni, preferisco il contatto col pubblico, fare presentazioni, ma la Pandemia ha ridotto molto gli spazi disponibili. Mancano poi i lettori, e credo che in questo Netflix e compagnia “bella” abbiano svolto un ruolo di non poco conto.
Ultima domanda: spiega ai lettori perché dovrebbero leggere proprio te, in un mare di autori.
- Roberto Becattini: Non credo di essere un autore particolarmente originale, ma cerco di dare dei contenuti a ciò che scrivo, siano etici, filosofici, metafisici. I miei racconti possono piacere o meno, ma sono quasi sempre piuttosto scorrevoli e di facile lettura, se non sempre perfettamente comprensibili. E sono comunque abbastanza bizzarri. Per farvi un’idea potete leggere uno dei pochissimi pubblicati on line, si chiama Se hai un problema chiama il 112.
Saluta i lettori di Immersività!
- Roberto Becattini: Saluto i lettori di Immersività con una considerazione. Spesso noi non crediamo a ciò che è fantastico, irrazionale. Per esempio non crediamo che esistano i tappeti volanti. Però quando prendiamo un aereo i nostri piedi dove poggiano?
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