Ciao Gianluca, complimenti per aver vinto il contest di microstorie “Un Uomo Entra in un Caffè…“! Prima di tutto, ti va di presentarti ai lettori di Immersività?
- Gianluca Conti Borbone: Ciao e grazie per avermi scelto tra tanti. Ho 47 anni e di professione sono ragioniere presso un’azienda locale di Padova. Sono nato e vissuto ad Ascoli Piceno fino al 2003, poi mi sono trasferito a Padova dove, attualmente, risiedo. Sono un amante del calcio, ho giocato fino a 40 anni. Appese le scarpe al chiodo, ho iniziato a praticare lo yoga, nello specifico mindful yoga che, tuttora, pratico. Sono un lettore assiduo, leggo una quarantina di libri l’anno. Mi sono ritagliato uno spazio durante la pausa pranzo del lavoro che sfrutto per “mangiare” libri. Nel tempo libero, assieme a mia moglie, mi dedico all’autoproduzione di alimenti, cosmetici e detergenti per uso personale. Infine, un’altra passione che condivido con mia moglie è la coltivazione di un orto secondo i principi della biodinamica.
Da quanto tempo scrivi e come hai iniziato?
- Gianluca Conti Borbone: Ho sempre avuto la passione per la scrittura. Ad Ascoli ho collaborato più o meno assiduamente con alcuni quotidiani locali. Mi occupavo degli sport minori. Trasferitomi a Padova, ho chiuso la parentesi giornalistica. Tenevo alcuni blog, sempre di carattere sportivo, che ho gradualmente chiuso. Nel 2008 è uscito un libro intitolato “Le ragioni di una fede – Una vera storia d’amore”, completamente autoprodotto, edito da Grafiche Angelini di Ascoli Piceno. Nel 2014-2015 ho partecipato a un corso di scrittura presso la Macademia di Fabio Fracas, a Padova. Segue una lunga pausa di decantazione. A dicembre 2018 ho ripreso la penna in mano ed ho partecipato a tre concorsi. Il primo al quale ho partecipato è stato proprio il tuo! L’ultima cosa che mi aspettavo era di vincerlo; quando ho letto l’e-mail nella quale mi veniva comunicato, ho provato una grossa emozione.
I tuoi generi letterari e i tuoi libri preferiti?
- Gianluca Conti Borbone: Che sono un assiduo lettore l’ho già detto. Non ho un genere preferito, tantomeno un autore. Leggo di tutto, dai classici ai libri editi dalle case indipendenti, che ho rivalutato tantissimo; queste piccole case editrici annoverano delle vere perle. Tra i romanzi letti lo scorso anno ne cito quattro: “Le correzioni” di Jonathan Franzen, “Da che mondo è mondo” di Paolo Morelli, “Il nome della rosa” di Umberto Eco (in realtà si tratta di una rilettura) e “Umami”, romanzo d’esordio di Laila Jufresa.
Parliamo del contest. Ho apprezzato molto Il Padre. Come ti è venuta l’idea e cosa rappresenta per te quel racconto? Inoltre, quale messaggio veicola?
- Gianluca Conti Borbone: Sono davvero felice che tu lo abbia apprezzato. Pare assurdo, ma lo scritto è nato e si è sviluppato intorno allo “splash”, divenuto poi il refrain del protagonista. L’idea era di inserirlo nel racconto, all’inizio o alla fine. Sulle prime non avevo idee, poi ho ingranato la marcia e lo “splash” ci poteva stare. Più che veicolare messaggi, il racconto vorrebbe far soffermare il lettore sul tema della diversità come fattore discriminante e sulla facilità con cui esprimiamo giudizi.
Immagino che scrivere una storia per un formato così “stretto” (una microstoria, per l’appunto) non sia stato facile. In che modo ti sei cimentato nella stesura? Qualche consiglio in merito?
- Gianluca Conti Borbone: Paradossalmente è stato più semplice, forse perché un formato così stretto implica l’essenzialità a scapito della ridondanza. Devi essere essenziale, mi sono detto. Mi sono messo davanti al foglio bianco, ho chiuso gli occhi, vedevo il bar e i presenti; ho scritto “splash” e ho proseguito di getto. Era come se l’avessi già dentro. Di solito non è così, l’ispirazione tarda ad arrivare e, quando vado a mettere nero su bianco, la storia risulta molto acerba, se non addirittura da scartare. Stavolta, invece, già dalla prima lettura la storia aveva ritmo, filava. L’ho fatto leggere a mia moglie Maria, che mi è di enorme supporto, alla quale è piaciuto. Consigli da dare non ne ho; cerco, piuttosto, qualcuno che ne dia a me!
Parlaci di un tuo romanzo e dei tuoi piani per il futuro in ambito scrittevole.
- Gianluca Conti Borbone: “Le ragioni di una fede – una vera storia d’amore” è uscito nel 2008 e in questa breve pubblicazione descrivo la nascita e lo sviluppo della mia fede calcistica per l’Ascoli Calcio. Ho cercato di spiegare molto semplicemente come si è sviluppata la debordante passione per una squadra di calcio. Il presente mi vede impegnato nella stesura di alcuni racconti per la partecipazione a concorsi letterari. Il futuro è tutto da… scrivere.
È tutto, Gianluca. Grazie e ancora complimenti; speriamo di rileggerti nei prossimi contest. Saluta i lettori di Immersività.
- Gianluca Conti Borbone: Ringrazio te per l’opportunità che mi hai dato. E ora il mio saluto ai lettori. Seguite questo blog. È stato proprio tra questi post che ho sentito parlare per la prima volta dell’immersività. Mi ha talmente incuriosito da approfondire l’argomento, e ora sto provando ad applicarla nei miei scritti. Ciao a tutti.
Una risposta
Che bella intervista! E che belle cose che fa Gianluca… tipo l’autoproduzione di prodotti… una cosa a cui a volte ci ho pensato, ma bisognerebbe avere una certa collaborazione, collaborazione che Gianluca ha trovato in sua moglie! Che bello.