Ciao Emanuele, presentati ai lettori di Immersività.
- Emanuele Martinuzzi: Ciao a tutti. Mi chiamo Emanuele Martinuzzi. Sono nato nel 1981 a Prato in Toscana, dove vivo tuttora. Da quando avevo dodici anni mi dedico alla Poesia. Mi sono laureato all’Università di Firenze in filosofia. Da qualche anno scrivo recensioni teatrali per Teatrionline, il portale del teatro italiano. Partecipo a reading letterari etc. e ho organizzato eventi vari di promozione culturale. Dal 2014 curo il blog sulla poesia “Emanuele Martinuzzi e la Poesia” http://andthepoetry.blogspot.it/.
Da quanto tempo scrivi e come hai iniziato?
- Emanuele Martinuzzi: Non è stata una scelta consapevole da parte mia. Mi piace pensare – e credo sia la cosa più ragionevole da credere – che sia stata la scrittura a trovarmi e non viceversa. Da piccolo per anni ho fatto teatro e cantavo nel coro di voci bianche della mia città. Quando questa bellissima parentesi della mia infanzia è finita questo vuoto, assieme ad altri vuoti, hanno attratto l’amore della poesia da qualunque universo parallelo si trovasse verso la mia vita, trasfigurata in un modo e nell’altro, nel bene o nel male, da questo incontro. Ho iniziato a sentire la necessità, l’esigenza, l’urgenza di esprimere qualcosa di ancora misterioso, incandescente, fondamentale, attraverso versi, che all’inizio erano delle filastrocche, a volte anche buffe o irriverenti su amici, parenti o altre persone. Poi piano piano si è strutturata la mia scrittura, come una forma di scavo e ritrovamento, dentro il cuore tormentato e sensibile di un adolescente, disorientato e silenzioso, lunatico e stravagante, come molti in quella fase della crescita, così delicata. Un certo tormento, una certa introversione, una incerta parte di me che mi rimanda continuamente all’infanzia e mi fa fuggire da qualunque stato presente, è rimasta anche negli anni a venire, non so se grazie o per responsabilità della poesia. Questo è il mio personale incontro con la poesia, si potrebbe dire con il mio daimon. Poi credo che ogni persona, adolescente o più matura, abbia un modo del tutto unico di reagire emotivamente e intellettualmente a questa folgorazione, che è la scrittura di una prima poesia.
Che tipo di scrittore sei? Segui delle regole particolari quando scrivi?
- Emanuele Martinuzzi: Nella pagina bianca sento di trovarmi in un territorio in cui sono sia il monarca che domina il linguaggio con le sue leggi, sia l’esiliato che subisce una condanna dall’ispirazione.
I tuoi generi letterari preferiti?
- Emanuele Martinuzzi: Poesia, saggistica, teatro, fumetti.
Cosa ami della narrativa?
- Emanuele Martinuzzi: Per me è un mondo sempre da scoprire, di cui sento di sapere ancora pochissimo.
Parlaci di un tuo romanzo.
- Emanuele Martinuzzi: Notturna gloria è l’ultimo libro che ho pubblicato, un canzoniere illustrato con disegni artistici sul tema della città edito da Robin edizioni nel 2021. Si tratta di una raccolta composta da mie ventuno poesie con relativi disegni fatti a mano dal Maestro Gianni Calamassi. La combinazione di ogni poesia e disegno vuole tradurre, interpretare, evocare una città, che è anche e soprattutto un luogo interiore. Questo viaggio poetico e visivo attraverso queste città si articola in tre momenti e tipologie delle stesse. La prima parte, composta da otto poesie e disegni, è quella relativa alle città in stato di abbandono o spopolate. Sono state prese come esempio e riferimento otto città tuttora esistenti e abbandonate sparse da nord a sud, molte delle quali visitate personalmente dall’autore in un suo viaggio intrapreso alla scoperta delle rovine e dei luoghi abbandonati del nostro territorio. La seconda parte riguarda invece le città scomparse o distrutte, composta da altrettante otto città. Sono state prese a riferimento le città citate nelle opere di Dante Alighieri, Tito Livio e Plinio il Vecchio oppure in documenti storici comunali. La terza e ultima parte si riferisce alle città immaginarie, composta di cinque città. Sono state prese a riferimento le città citate da fonti letterarie e da autori come Pirandello (Montelusa), Calvino (Maurilia e Fedora) e Kubin (Perla) oppure da fonti orali, città immaginarie raccontate e create in un certo senso da miei familiari (Sterlingo). L’idea che sta alla base di questa raccolta poetica e artistica è discendere negli inferi di ciò che non esiste più o non è mai esistito né mai esisterà, nelle ombre di ciò che è abbandonato o dimenticato, nel notturno che abita non solo il territorio fisico, ma ancor più metaforicamente l’anima dell’essere umano, per scovare in queste rovine, in questo nulla che sia stato distrutto o mai esistito o solo sognato, un valore, una dignità, una notturna gloria appunto e in questo modo attraverso la bellezza e la creatività tentare un’ascesa dagli inferi dell’indicibile e dell’oblio verso la memoria e una via differente all’idea comune di gloria. Questo contenuto si sposa con l’excursus artistico dei disegni associati alle poesie, che vanno dal realismo paesaggistico per le città abbandonate, passando dall’astrazione e il minimalismo per quelle distrutte o scomparse fino a corrispondenze simboliste e surreali per le città immaginarie. In questo senso l’associazione non casuale con i disegni del Maestro Gianni Calamassi approfondisce e arricchisce il significato di questa notturna gloria verso altre articolazioni e prospettive. Un modo differente per riflettere sul senso della città nel tempo contemporaneo, alla luce del passato che non c’è più o del futuro ideale che può essere ricostruito o anche solo sognato attraverso l’arte, la bellezza e la poesia.

Cosa ne pensi dello stato della letteratura e dell’editoria in Italia?
- Emanuele Martinuzzi: Uno stato in perenne crisi, trasformazione e ritrovamento. Così è (se vi pare).
Ultima domanda: spiega ai lettori perché dovrebbero leggere proprio te, in un mare di autori.
- Emanuele Martinuzzi: Perché no.
Saluta i lettori di Immersività!
- Emanuele Martinuzzi: Alla prossima, immersivitosi!
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